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Riviste Pubblicate

L’ITAF, che mi onoro di rappresentare, è un’associazione no profit, incorporata con apostille nello Stato di Washington, ne­gli Stati Uniti d’America, operante in Italia in piena adesione ai trattati d’amicizia e reciprocità italo-americani. Nel mostrare gli ideali e i principi tradizionali della cavalleria spirituale, siamo fermamente convinti che questi possano anche essere vissuti nel mondo contemporaneo, con uguale impatto positivo, interiore ed esteriore, avuto in passato.

Al fine di perseguire alti ideali di pace, verità e libertà, e far arrivare a più persone e lettori possibili questi valori templari e cavallereschi di cui siamo portatori, “Per Sapientiam ad Astra” rappresenterà, a partire da questo primo numero, un prezioso strumento di raccolta di articoli, saggi e riflessioni di approfon­dimento storico. Si tratta di un considerevole punto di svolta per l’ITAF e la sua organizzazione accademica, perché rappresenta il luogo di incontro elettivo tra conoscenza e sapere, tra passione ed energia, al servizio dell’umanità.

Come da propositi dell’ITAF, l’intento è dare, attraverso “Per Sapientiam ad Astra”, un fattivo contributo nell’ambito della ri­cerca e conoscenza, come attuazione dell’impegno civico e morale di servizio, che contraddistingue l’ordine cavalleresco. Un modo, in altre parole, per sviluppare ulteriormente i valori e le aspira­zioni etiche che hanno caratterizzato il modello cavalleresco fin dalle antiche leggende del Santo Graal, attraverso testi redatti da importanti autori e collaboratori, che contribuiranno a coprire vari campi tematici e progetti tipici dell’Accademia, come gli studi sui templari e neo-templari, modelli di vita etici, valori autentici e mo­derni, progetti di beneficienza. Una rivista, peraltro, non esclusiva­mente rivolta a chi dell’ITAF fa parte integrante, ma aperta a tutti coloro che sono interessati a queste tematiche.

La raccolta e stesura di testi storici e di approfondimento, in un linguaggio semplice, adatto alla maggior parte dei lettori, è dunque un importante passo in avanti nell’opera di divulgazione portata avanti dall’ITAF, non solo nei confronti degli storici in­teressati, ma anche di appassionati, curiosi e comuni lettori. Una collana di testi che spazierà in lungo e in largo le tematiche tem­plari, portandole alla ribalta, con nuove riletture e riorganizzazio­ni, al fine di averne una più ampia diffusione, nel segno dell’inno­vazione e dell’originalità.

“Per Sapientiam ad Astra”, che proponiamo con inedita veste grafica, si comporrà di due collane: la “Collana Studiorum”, che conterrà articoli di studio e approfondimenti inediti su tematiche templari e neo-templari e che qui viene presentata in veste di prima pubblicazione; la “Collana Documenta”, che invece rivelerà documenti originali riguardati i templari con traduzione in lingua italiana e commenti di autorevoli esperti. La ricerca e l’appro­fondimento storico coinvolgeranno, in primo luogo, il Comitato Scientifico dell’ITAF, nella selezione e valutazione dei testi che saranno di volta in volta pubblicati, composto da Pasquale Melis­sari, Aurelio Muttini, Nicola Luisi, Maria Rita Astolfi, Carlo Del­fino, Celeste Ilde Laporta e Demetrio Pietro Errigo; in secondo luogo, tutti gli autori che parteciperanno alle pubblicazioni, come accademici e docenti.

Ringrazio, nello specifico, chi in questo primo anno di lavori si è impegnato a fondo sia nello sviluppo dell’ITAF che del presente numero di “Per Sapientiam ad Astra”, dedicando tempo, passio­ne e conoscenza affinché il progetto dell’Accademia si realizzasse con successo. A tal proposito, tra gli altri, mi è doveroso ringra­ziare soprattutto il Vicepresidente Giovanni Zipponi, il Rettore Nicola Luisi, tutto il Comitato Scientifico, nonché il segretario, Mauro Scalampa, in grado di coniugare sforzi personali e profes­sionali affinché il lavoro si concludesse con qualità.

La dedizione che ognuno di loro ha messo per far sì che il primo numero della rivista venisse alla luce è davvero ammi­revole, prova della passione e dell’interesse che tutti i compo­nenti che fanno parte dell’ITAF hanno nei confronti del mondo templare e neo-templare. Così come è sorprendente il numero di contributi che sono pervenuti in redazione, a dimostrazione dell’incredibile interesse che la tematica possiede ancora oggi. Pur rimanendo, infatti, ancorato alla tradizione, ogni argomento selezionato, giunto da autorevoli cultori della materia, consente di rileggere in modo storico e, al contempo, anacronistico, tanti elementi templari che, dal passato, risorgono, dimostrando una sorprendente e inaspettata attualità.

Questo primo volume si compone di cinque articoli. Il primo porta la prestigiosa firma di Paolo Lo Pane, membro della Società di Storia Patria per la Puglia, dell’Associazione del Centro Studi Normanno-Svevi dell’Università degli Studi di Bari, e vicepresidente del Centro Studi “Hrand Nazariantz”. Srive, in modo molto approfondito, della fine dell’Ordine Templare, for­nendo un’analisi accurata e ricca di collegamenti culturali. Il se­condo articolo è un contributo di Antonio Musarra, professore associato di storia medievale all’Università La Sapienza di Roma e profondo conoscitore della storia templare, che tratta in maniera sintetica, precisa e “intrigante” di in un’inedita miniatura del “co­dice Cocharelli” da cui nascono interessanti considerazioni circa la maledizione del Gran Maestro sul rogo. Il tema storico viene ripreso nel contributo di Carlo Delfino, membro e presidente di prestigiose accademie, incentrato su processo ai Templari e sulla “pergamena di Chinon”, ovvero il documento ufficiale che sanci­sce l’assoluzione, o forse la non condanna, da parte del tribunale ecclesiastico voluto da Clemente V, dei Poveri Cavalieri di Cri­sto. L’articolo è arricchito dalla copia fotostatica della pergamena. Abbandonando le tematiche storiche, il quarto articolo affronta un’argomentazione innovativa nella quale l’Autore (sono parole sue) “cerca di spiegare quale sia il collegamento tra corpo, spirito ed anima, valorizzando la coscienza ed il concetto di luogo, ed af­fermare così, l’idea di Umanesimo Quantico”. L’articolo è firmato da Pasquale Melissari, membro del Comitato Scientifico, avvocato e docente universitario di grande spessore culturale e umano. Da ultimo, con il chiaro obiettivo di “finire in bellezza”, pubbli­chiamo un articolo interessante e ricco di immagini su un aspetto apparentemente distante dalla galassia templare ma in realtà ric­co di riferimenti ed agganci. Si tratta di un contributo ad opera di Ruggero Marino noto scrittore e poeta, vincitore, tra l’altro del Premio Scanno dal titolo particolare: “Colombo, Innocenzo VIII e un sogno di pace nelle stanze del Pinturicchio”, che tratta dell’ap­partamento Borgia” o “le stanze segrete” del Pinturicchio, fra i massimi capolavori che impreziosiscono il Vaticano. E i collega­menti con l’iconografia templare non mancano.

Marco Pirillo – Presidente ITAF

Il Medioevo è stato un periodo di grande rilevanza storica, culturale e politica, caratterizzato da molteplici avvenimenti e cambiamenti che hanno segnato profondamente il corso della storia occidentale. In questa presentazione esploreremo i quattro testi pubblicati che si concentrano su aspetti cruciali del periodo medievale, spaziando tra eventi storici fondamentali, aspetti giuridici, eredità culturale e sviluppi nell’arte musicale.

Il primo articolo, “Hattin 1187: l’inizio della fine” di Luigi Pruneti, ci introduce alla battaglia di Hattin, uno scontro campale e cruciale che ha avuto gravi conseguenze per il destino del Regno di Gerusalemme. L’autore analizza le divisioni politiche e le lotte interne tra i signori cristiani, che hanno portato alla disfatta dell’esercito cristiano e alla caduta di Gerusalemme. In particolare, viene evidenziato il ruolo del Gran Maestro del Tempio, Gerard de Riderfort, e il peso di questa sconfitta sull’intero Ordine dei Templari.

Il secondo testo, “Il difetto di giurisdizione nel processo contro i Templari” di Tiziana Locatelli e Daniele Trabucco, affronta il processo giuridico contro i Cavalieri Templari. Gli autori esaminano la questione delle competenze giurisdizionali coinvolte nel processo e mostrano come la scelta compromissoria abbia svolto un ruolo cruciale per mantenere l’equilibrio tra la sfera temporale e quella spirituale.

Il terzo elaborato, “L’anello di congiunzione della storia: quello che non muore” di Aurelio Muttini, si concentra sull’eredità dei Cavalieri Templari e sulle possibilità di considerare i loro modelli comportamentali come rilevanti anche nell’epoca contemporanea. L’autore propone una riflessione sulla morale lasciata dai Templari, cercando di affrancarla dalle manifestazioni folkloristiche, per apprezzarne il vero valore storico e culturale.

Infine, il quarto testo, “Viaggi e incontri nella musica medievale: verso un sistema unificato” di Iven Cagnolati, ci introduce all’evoluzione dell’arte musicale nel millennio medievale. Questo viaggio musicale è stato caratterizzato da contrasti culturali, sviluppi tecnologici e condivisioni popolari. L’autore evidenzia come la musica abbia contribuito a unificare diverse culture e contesti, portando a una vasta gamma di strumenti, stili e possibilità compositive che hanno influenzato la musica fino ai giorni nostri.

In sintesi, i testi presentati ci offrono una panoramica delle diverse sfaccettature del periodo medievale, in particolare templare, sia attraverso avvenimenti storici cruciali, aspetti giuridici, eredità culturale che sviluppi nell’arte e nella musica. Queste opere ci invitano a riflettere sulla complessità e la ricchezza di questo periodo storico, riconoscendo l’influenza che esso ha ancora oggi sulla nostra società e cultura.

In questo secondo numero il Comitato Scientifico ha deciso, nell’intento di rendere più semplice la lettura, di riportare le note al termine dell’articolo anziché a piè di pagina come nel primo numero. Ci auguriamo che questa modifica raggiunga l’effetto desiderato.

 Pasquale Melissari – Comitato Scientifico

Il primo saggio di questo numero della pubblicazione esplora il Concilio di Nablus del 1120 e la sua importanza nella fondazione dell’Ordine del Tempio. Antonio Musarra presenta una revisione dettagliata di eventi chiave come il Concilio di Nablus, un’assemblea di nobili e prelati presieduta da Re Baldovino II e dal Patriarca Gormond di Picquigny, che ha emesso le prime leggi scritte del Regno di Gerusalemme, i cui dettagli sopravvivono in un manoscritto conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Musarra analizza il testo per valutare la possibilità che i canoni promulgati a Nablus abbiano influenzato la formazione dei Templari come milizia legata sia al patriarca sia al re. Nel dettaglio, l’articolo si addentra nelle norme stabilite durante il Concilio, che riguardano vari aspetti della vita del Regno, dall’adulterio all’apostasia, dalla convivenza fra cristiani e musulmani al tratta-mento delle minoranze religiose e etniche. Musarra esamina anche il contesto più ampio, considerando la dualità di potere tra la chiesa e la corona e i conflitti tra modelli ecclesiastici diversi. Attraverso un’analisi critica dei documenti e delle fonti storiche, l’autore propone che il Concilio di Nablus rappresenti un momento chiave non solo nella legislazione del Regno di Gerusalemme ma an-che nella fondazione dell’Ordine Templare, suggerendo che le disposizioni concordatarie del Concilio possano aver avuto un riflesso diretto sulla nascita di questa nuova forma di milizia religiosa.

A seguire l’articolato lavoro di Mauro Campello si immerge nelle complesse intersezioni tra archeologia, storia e neotemplarismo, concentrandosi sul significato del Tempio di Salomone nella cultura e nella fede. Campello esplora l’origine e l’evoluzione storica dei Templari medievali, collegandoli alla presenza del Tempio a Gerusalemme, e specificatamente al Tempio di Salomone, descritto nella Bibbia ma oscuro e sfuggente agli occhi dell’archeologia moderna. Il Tempio di Salomone, come descritto nei testi biblici, emerge come un ideale più che come una realtà archeo-logicamente verificabile. La mancanza di evidenze con-crete che attestino l’esistenza fisica del Tempio nella forma descritta biblicamente porta Campello a interrogarsi sulle implicazioni di questo per il neotemplarismo. In questo contesto, il Tempio non è solo una struttura fi-sica, ma un simbolo potentemente radicato nella fede e nella tradizione. Campello utilizza il Tempio di Salomone come metafora per esplorare la fede e l’identità neotemplare, suggerendo che la ricerca di una comprensione letterale e storica potrebbe non essere così cruciale quanto il significato simbolico e spirituale del Tempio. Il saggio propone una ri-flessione sulla possibilità di trascendere le basi archeologiche per abbracciare un legame più profondo e spirituale con il concetto di Tempio, uno che supera la necessità di prove fisiche per rafforzare la fede e l’identità neo-templare. Attraverso un’analisi dettagliata e critica delle fonti stori-che e archeologiche, l’autore invita i neotemplari a ri-considerare il loro legame con il Tempio non come ricerca di una località fisica, ma come viaggio interiore e spirituale, suggerendo che il vero “Tempio” possa essere trovato nella fede personale e collettiva, piuttosto che in una specifica ubicazione geografica. Questo approccio apre nuove vie per interpretare il patrimonio templare, proponendo una spiritualità che trascende le prove materiali per ancorarsi in una fede più universale e inclusiva.

L’articolo di Carlo Delfino si focalizza sulla figura storica di Papa Gregorio VII, analizzando il contesto storico e le riforme attuate durante il suo pontificato, un periodo di significative trasformazioni per la Chiesa cattolica. Gregorio VII, nato Ildebrando di Bonizone, divenne una fi-gura centrale nella lotta per l’affermazione della superiorità della Chiesa sul potere temporale degli Imperatori, culminata nel famoso conflitto con Enrico IV, noto come la lotta per le investiture. Nel dettaglio, Delfino traccia l’ascesa di Gregorio VII nel contesto di un’epoca turbo-lenta, il cosiddetto “saeculum obscurum”, caratterizzata da corruzione e da una profonda crisi di credibilità della Chiesa, aggravata dalla simonia e dal nicolaismo. Questo periodo vide l’emergere della riforma cluniacense, un movimento di rinnovamento monastico che influenzò profondamente Gregorio e le sue politiche fu-ture. La carriera di Gregorio VII è descritta attraverso i suoi primi anni a Roma, dove studiò e divenne monaco sotto l’influenza cluniacense. La sua ascesa continuò come consigliere di vari papi, culminando nella sua elezione al soglio pontificio nel 1073. Questo evento segnò l’inizio di un’epoca di intensa attività riformatrice, centra-lizzata sul rafforzamento dell’autorità Papale e sulla lotta contro l’interferenza laica nelle questioni ecclesiastiche. Le riforme di Gregorio VII, raccolte nel “Dictatus Papae”, miravano a stabilire principi chiave come la supremazia Papale sulle autorità laiche, l’indipendenza della Chiesa dalle influenze esterne, e l’importanza del celibato ecclesiastico. Queste riforme non solo provocarono tensioni con l’Imperatore Enrico IV, ma ristrutturarono profonda-mente la Chiesa, influenzando il suo sviluppo per secoli. Il conflitto con Enrico IV, culminato nel simbolico incontro di Canossa, evidenziò la profonda lotta tra il potere spirituale e quello temporale. Anche se Gregorio VII fu costretto ad abbandonare Roma e morì in esilio, le sue politiche e riforme ebbero un impatto duraturo, contribuendo a definire il ruolo e l’autorità del Papato nel contesto medievale e oltre. Infine, Del-fino riflette sull’eredità di Gregorio VII, osservando come le sue riforme abbiano contribuito alla crescita del potere Papale e alla definizione della libertas ecclesiae, un concetto fondamentale per l’indipendenza e l’autonomia della Chiesa rispetto ai poteri laici. Questa eredità è vista come un passaggio cruciale nella storia della Chiesa, che ha permesso di navigare e influenzare i complessi rap-porti politici e religiosi dell’Europa medievale.

Il saggio di Francesco Ardit esplora il fenomeno storico e culturale dei monaci guerrieri, con particolare attenzione agli Ordini cavallereschi che hanno svolto ruoli significativi durante le Crociate e oltre. Ardit traccia un percorso che va dalla nascita dei Templari con Hugues de Payens a Troyes nel 1128 come Ordine Monastico Cavalleresco fino alla loro dissoluzione nel 1312, esaminando le influenze culturali, religiose e politiche che hanno plasmato questi monaci guerrieri in diverse parti del mondo. Ardit discute anche la figura di Bernardo di Chiaravalle, il quale ha giocato un ruolo cruciale nel successo e nella diffusione del Templarismo, facendo degli Ordini monastici delle entità potenti sia in termini militari che economici. La narrazione prende in considerazione non solo i Templari, ma anche gli Ordini dei Cavalieri Teutonici e degli Ospitalieri, analizzando come questi ultimi siano riusciti a sopravvivere e adattarsi attraverso i secoli, trasformandosi in entità moderne che continuano a operare nel contesto internazionale. Uno degli aspetti più interessanti del testo è la connessione che Ardit stabilisce tra i monaci guerrieri e altre culture e contesti storici, come i monaci Shaolin in Cina e gli Shoei in Giappone, evidenziando come il concetto di monaco guerriero abbia avuto manifestazioni in diverse culture e periodi storici. Questa analisi cross-culturale dimostra come i temi di conflitto, potere e religione si intreccino universalmente nelle storie dei popoli. Il lavoro di Ardit non si limita a una mera cronaca degli eventi storici, ma tenta di scavare più a fondo nelle motivazioni e nelle implicazioni più ampie di questi ordini militari religiosi, mostrando come spesso i conflitti presentati come ideologici o religiosi nascondano basi economiche e politiche. L’autore invita a una riflessione critica sulle narrazioni storiche tradizionali e sugli insegnamenti che possono essere tratti dallo studio di queste complesse figure storiche. Complessivamente, il saggio offre una visione d’insieme ben documentata e riflessiva sui monaci guerrieri, arricchendo la comprensione del lettore non solo sulla loro storia ma anche sulle loro implicazioni culturali e spirituali.

Pasquale Melissari – Comitato Scientifico

È con grande soddisfazione che il Comitato Scientifico di “Per Sapientiam ad Astra” saluta la pubblicazione del primo volume della “Collana Documenta” che è stata voluta e pensata per favorire la diffusione di documenti preziosi, che rappresentano fonti storiche importanti e tangibili dell’epoca templare, fino alla sua scomparsa nel 1324, e del neo templarismo che è ben presente anche oggi.

In questo numero pubblichiamo, sia in lingua originale sia nella traduzione italiana, lo Statuto dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio, promulgato dal Gran Maestro Filippo di Valois nel 1705, e lo Statuto del 1990 dell’Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani, Magnum Magisterium, emesso nel 1990 da Dom Fernando Pinto Pereira de Sousa Fontes, 51° Gran Maestro e Principe Reggente dell’Ordine fino alla sua morte nel 2018. Queste due preziose raccolte possono essere considerate, e in effetti sono, i pilastri, gli elementi portanti del neo templarismo attuale; essi rappresentano quindi, sotto ogni profilo, il vero “corpus normativo” al quale tutti gli enti territoriali dell’OMSTH devono adeguarsi. Da qui l’importanza e l’attualità di questa opera che dovrà, a nostro giudizio, essere presente in ogni Struttura periferica e rappresentare il punto di riferimento di ogni norma successiva. Come sostiene l’Autrice di questa importante pubblicazione, “il Neo- Templarismo risponde nei contenuti e nei fatti a un tentativo di inserirsi in una tradizione ormai esperienzialmente perduta e viene comunque convalidato come un evento, che può essere analizzato nelle sue componenti strutturali proprio attraverso il documento originale.” Da qui, ovviamente, la sua rilevanza. Colei che ha portato a termine questo impegnativo e lungo sforzo interpretativo, oltre che di semplice traduzione, risponde al nome di Maria Rita Astolfi ed a lei va, certamente, il nostro più sentito plauso e ringraziamento. Impreziosita da un’introduzione volutamente approfondita e articolata, quest’opera ha comportato certamente uno sforzo importante e prolungato ed ha comportato da parte di  Maria Rita un’attenta ed approfondita interpretazione del testo, al dì là di una mera trasposizione lessicale, senza la quale interpretazione, a sua volta legata ad una profonda conoscenza dello scenario socio-politico culturale presente all’epoca della promulgazione,  è davvero impossibile cogliere il vero significato e la vera importanza di quegli atti. Molti apprezzano la vastità della cultura e la profondità della analisi conoscitiva di Maria Rita Astolfi, ma oggi possiamo apprezzarne anche la precisione lessicale e, perché no, anche pazienza necessaria per portare a termine un impegno così gravoso.

Nel ringraziare di cuore Maria Rita, nostra accademica e responsabile di dipartimento, siamo certi che con questa pubblicazione abbia realizzato un’importante operazione culturale. L’opera da lei consegnata alle stampe, come l’autrice stessa ha evidenziato, va ben oltre una semplice testimonianza storica e traccia un solco in cui l’intero fenomeno del neo-templarismo dovrà, prima o poi, trovare il proprio posto.

Aurelio Muttini – Comitato Scientifico

La nostra rivista

Per Sapientiam ad Astra

Punta di diamante dell’Itaf è la rivista “Per Sapientiam ad Astra” che, dopo accurata analisi, mette a disposizione non solo dei cultori della materia, ma anche di semplici appassionati, i più documentati approfondimenti inerenti le tematiche di interesse di questa Accademia. È articolata in due Collane: la Collana Studiorum, che contiene articoli di studio e approfondimenti inediti su tematiche templari e neo templari, e la Collana Documenta, che pubblica documenti riguardanti i templari con traduzione in lingua italiana e commenti di autorevoli esperti.

Comitato Scientifico

Antonio Musarra, Pasquale Melissari, Aurelio Muttini, Nicola Luisi, Maria Rita Astolfi, Carlo Delfino, Celeste Ilde Laporta, Marco Pirillo.

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